Linee guida per le infezioni respiratorie di cane e gatto: parte II vie aeree inferiori.

26 Gennaio 2018

Con la seconda parte delle linee guida concludo il capitolo relativo alle infezioni batteriche delle vie aeree.

Bronchiti batteriche: definizione e cause

  • le infiammazioni bronchiali di cane e gatto sono associate a numerose condizioni differenti, fra cui l’inalazione di agenti irritanti, le infezioni batteriche, virali, Dirofilaria immitis, parassiti (migrazione tissutale di Toxocara c.), disfunzioni faringee od esofagee ed allergie;
  • gli stessi batteri descritti nella I° parte possono essere responsabili delle forme bronchiali, tuttavia in molti cani con bronchite cronica la coltura da lavaggio broncoalveolare non evidenzia una crescita batterica importante, a testimoniare che la sindrome non è sempre associata ad infezioni batteriche.

Diagnosi

  • la prima manifestazione clinica è la tosse, con o senza segni di sofferenza respiratoria;
  • le indagini radiografiche devono sempre essere effettuate comprendendo anche la parte cervicale della trachea sia in fase espiratoria che inspiratoria per evidenziarne un eventuale collasso (cane);
  • alcuni cani e gatti possono presentare radiograficamente un assottigliamento dei bronchi, ma per lo più il radiogramma è normale;
  • se si osservano immagini riferibili a patologia bronchiale od i segni clinici la indicano, il lavaggio broncoalveolare è indicato per un esame citologico (rilievo di infiammazione neutrofilica, batteri intracellulari) e le colture in aerobiosi.

Trattamento e monitoraggio

  • in attesa dell’esito colturale il Working Group raccomanda di NON USARE un trattamento antibiotico o, se la sintomatologia clinica è severa, somministrare empiricamente Doxiciclina per 7-10 gg;
  • compatibilmente con i sintomi, il trattamento va iniziato, modificato, continuato basandosi sull’esito dell’antibiogramma che indicherà il farmaco in grado di penetrare la barriera ematica bronchiale;
  • in caso di positività della coltura, il trattamento dovrà proseguire per 1 settimana dopo la scomparsa dei segni clinici;
  • la durata ottimale del trattamento non è nota;
  • se la bronchite è associata a Mycoplasma o Bordetella b., solitamente un unico ciclo antibiotico è sufficiente;
  • qualora alla base ci sia un’altra causa di infiammazione (es. bronchite allergica) ed un infezione secondaria ricorra, potrebbero essere necessari ulteriori cicli di terapia;
  • la ripetizione delle indagini radiografiche è di scarsa utilità;
  • in alcuni casi è indicato invece ripetere l’esame citologico e la coltura.

 

Polmonite: definizione e cause

  • le forme primarie possono dipendere da infezioni sostenute da Mycoplasma spp, Staphilococcus equi zooep., S.canis; altri microrganismi comunemente isolati da pazienti con forme patologiche delle basse vie sono E.coli, Pasteurella spp, Streptococcus spp, B.bronchiseptica, Enterococcus spp, altri Stafilococchi coagulasi positivi e Pseudomonas spp;
  • spesso si tratta di infezioni secondarie ad altri eventi primari infiammatori come forme virali, aspirazione di materiale gastrico in corso di vomito/rigurgito, inalazione di corpi estranei, sindromi da immunodeficienza, neoplasie, discinesie ciliari, bronchiectasie e collassi delle vie aeree

Diagnosi 

  • i pazienti sviluppano tosse associata a febbre, letargia, inappetenza o tachipnea;
  • oltre ai sintomi clinici,il paziente deve essere sottoposto ad esame emocromocitometrico ed esami radiografici;
  • PRIMA DI INIZIARE la terapia antibiotica, è necessario ottenere campioni da lavaggi endotracheali o broncoalveolari da destinare all’esame citologico, colturale aerobio e successivo antibiogramma;
  • l’opinione del Working Group è che la terapia mirata debba essere iniziata il prima possibile, anche entro 1-2 ore dall’insorgenza della sintomatologia;
  • non in tutti i casi di polmonite ab ingestis è necessario l’uso di antibiotici, poichè spesso si tratta di “polmoniti chimiche”. In queste situazioni spesso il risultato della coltura è di difficile interpretazione per la presenza di colonie batteriche miste; in questo caso il Working Group consiglia di rivolgersi ad un esperto microbiologo;
  • molto importante escludere/individuare cause predisponenti/scatenanti alla base del problema;
  • è opinione consensuale del Gruppo che nei casi più severi fondamentale sia l’emocoltura PRIMA dell’inizio di una terapia empirica come mezzo alternativo per ottenere più rapidamente risultati che possano correttamente guidare nella terapia a lungo termine.

Trattamento e monitoraggio

  • ideale sarebbe aspettare i risultati dell’antibiogramma prima di procedere con la terapia; tuttavia, soprattutto perchè si tratta di patologia pericolosa per la sopravvivenza del paziente, il parere consensuale del Working Group è di procedere con una terapia empirica a base di Doxiciclina nei pazienti in cui si sospetti la presenza di Mycoplasma o Bordetella e NON SIANO PRESENTI altri segni clinici sistemici; nei pazienti con forme ab ingestis senza segni di sepsi è opinione del Gruppo che nessun trattamento o la somministrazione parenterale di Ampicillina, Ampicillina-Sulbactam o cefalosporine di terza generazione siano sufficienti;
  • se i segni clinici depongono per una sepsi invece, il Working Group consiglia la somministrazione parenterale di Enrofloxacina/Marbofloxacina associate ad un antibiotico efficace contro i batteri Gram positivi ed anaerobi (Ampicillina o Clindamicina), in attesa dell’esito dell’antibiogramma;
  • a differenza di quanto ormai consolidato in medicina umana, secondo il Gruppo ancora troppo pochi sono i dati relativi alla reale efficacia dell’uso di glucocorticoidi in questi pazienti per gli indesiderati effetti immunosoppressivi che possono determinare;
  • sebbene la bibliografia parli di trattamenti non inferiori alle 4-6 settimane, è opinione del Gruppo che trattamenti di durata inferiore possano avere, in alcuni pazienti, la stessa efficacia. FONDAMENTALE la rivalutazione del paziente dopo 10-14 giorni dall’inizio della terapia!

 

Piotorace: definizione e cause

  • nel gatto i batteri più frequentemente isolati sono anaerobi orofaringei (Fusobacterium, Bacteroides, Clostridium, Actinomyces, Pasteurella e Streptococcus spp); nel cane più comunemente si identifica una miscela di anaerobi (Prevotella, Clostridium, Bacteroides, Fusobacterium) ed Enterobacteriacee, in particolare E. coli, Klebsiella p., Streptococchi, Staphilococchi, Enterococchi.
  • nel cane le cause principali di piotorace sono la migrazione di corpi estranei e gli eventi traumatici.

Diagnosi, trattamento e monitoraggio

  • esami radiografici e campionamenti per la citologia e le colture in aerobiosi con antibiogramma sono fondamentali; indicata anche la richiesta di coltura in anaerobiosi per l’isolamento di Mycoplasmi ed Actinomyces, che tuttavia prevedono tempi di incubazione più lunghi e tecniche di isolamento particolari;
  • le linee guida per il trattamento prevedono l’uso di antibiotici per via e.v. e l’inserimento di un drenaggio toracico; sconsigliata invece l’introduzione di antibiotici nello spazio pleurico;
  • gli antibiotici raccomandati sono Enrofloxacina/Marbofloxacina in associazione a Penicillina/Clindamicina per via parenterale;
  • il trattamento contro eventuali anaerobi dovrebbe essere continuato indipendentemente dall’esito dell’esame colturale, perchè comunque “fastidiosi” anaerobi potrebbero essere presenti;
  • uno od entrambi gli antibiotici devono essere sostituiti qualora i batteri isolati risultino resistenti o se il paziente non manifesta miglioramenti clinici;
  • si raccomanda di consultare uno specialista se vengono isolati batteri resistenti a più principi attivi;
  • nel gatto il trattamento deve continuare per un minimo di 3 settimane ed idealmente per 4-6. Esami radiologici seriali possono essere utili nel determinare se continuare o meno la terapia.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro,

Daniela Prina DVM

 



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