Linee guida per le infezioni respiratorie di cane e gatto: parte I° FURTD e CIRDC

4 Gennaio 2018

Cari Colleghi,

le infezioni delle vie respiratorie di cane e gatto sono una realtà clinica piuttosto frequente e di non sempre facile soluzione. Si tratta spesso non di singole patologie ma di “sindromi” denominate nel gatto FURTD (Feline upper respiratory tract desease”) e nel cane CIRDC (Canine infectious respiratory desease complex).
Per evitare anche in questo caso un uso improprio/eccessivo dei trattamenti antibiotici con tutti gli effetti collaterali negativi già indicati per le UTI, di seguito le linee guida del “Antimicrobic Guidelines Working Group of the International Society for Companion Animal Infectious desease” – Vet. Internal Medicine 2017;31:279-294

FURTD

Sindromi feline in cui i segni clinici possono essere ACUTI (presenti da < 10 giorni) o CRONICI (presenti da > 10 giorni) ed includono:

  • scoli nasali ed oculari sierosi o muco purulenti;
  • epistassi;
  • starnuti;
  • congiuntivite

Il termine “infezione delle vie respiratorie superiori (URI)” è riservato ai soli pazienti in cui i segni di FURTD sono direttamente associati ad uno dei patogeni virali, batterici o fungini.
Nella maggior parte dei casi i pazienti che sviluppano i segni di FURTD hanno URI associate ad Herpesvirus 1 (FHV-1) o calicivirus (FCV). Alcuni dei gatti con infezioni virali possono sviluppare infezioni batteriche secondarie sostenute per lo più da Staphylococcus spp, Streptococcus spp, Pasteurella multocida, Escherichia coli ed anaerobi.

Diagnosi delle forme acute

  • Il Working Group raccomanda di testare per FiV e FeLV tutti i pazienti con sospetta URI batterica in quanto, pur non essendo direttamente responsabili della patologia respiratoria, questi retrovirus possono essere associati a forme di linfoma che determinano una immunosoppressione predisponente.
  • La citologia degli scoli nasali è poco utile ai fini diagnostici e terapeutici
    Se lo scolo nasale diventa da purulento a sieroso il trattamento antibiotico NON E’ raccomandato perché si tratta con buona probabilità di infezione virale non complicata
  • Se invece c’è un forte sospetto di URI batterica per la presenza di scolo purulento, il Gruppo raccomanda un periodo di osservazione di 10 giorni PRIMA di usare un antibiotico
  • Si raccomanda di NON UTILIZZARE secrezioni nasali per colture aerobie ed anaerobie anche perché colture positive potrebbero essere associate alla crescita di semplici commensali
  • Inoltre le PCR per la ricerca di Mycoplasmi/FCV, qualora positive, possono essere di difficile interpretazione perché potenzialmente presenti anche in soggetti sani.

Diagnosi delle forme croniche

  • escluse cause fungine e non infettive, i lavaggi/spazzolature nasali sono indispensabili per la citologia e la coltura aerobia ed anaerobia;
  • biopsie nasali con o senza colture. Il risultato colturale potrebbe essere di difficile interpretazione poiché i batteri possono crescere anche da cavità nasali di pazienti sani, ma il fine principale della coltura è quello di identificare la sensibilità antimicrobica di infezioni batteriche secondarie severe che possono occorrere come conseguenza di cause sottostanti non trattate (es. riniti idiopatiche).

Trattamento delle forme acute

Alcuni gatti con scolo muco purulento, ma che conservano appetito ed atteggiamenti normali, guariscono spontaneamente durante i 10 giorni di osservazione; il trattamento antibiotico VA RISERVATO ai pazienti che presentano febbre, letargia od anoressia nei suddetti 10 giorni.
La durata ottimale del trattamento non è nota, ma il Gruppo raccomanda 7 – 10 giorni di terapia utilizzando come prima scelta la doxyciclina od in alternativa Amoxicillina (vedi scheda trattamenti dell’articolo).

Trattamento delle forme croniche

Il trattamento DEVE ESSERE SCELTO sulla base dell’esito dell’antibiogramma! Spesso vengono impiegati Pradofloxacina e Cefalosporine di terza generazione con troppa leggerezza! Per evitare fenomeni sempre più diffusi di antibiotico resistenza con conseguenze indesiderate per il paziente e per la salute pubblica, il Gruppo raccomanda che questi farmaci siano riservati SOLO AI CASI in cui la coltura ed i tests di sensibilità ne indichino la potenziale efficacia rispetto ad altri agenti (es. Amoxicillina, Doxiciclina).
NON ESISTE ALCUNA EVIDENZA CLINICA che l’uso di fluorochinoloni e cefalosporine di terza generazione sia più efficace rispetto a quello di altri agenti!
La durata del trattamento ottimale non è nota, ma il Working Group raccomanda 7 – 10 giorni di terapia ed inoltre consiglia di evitare la ripetizione di trattamenti “empirici” qualora i sintomi ricompaiano.

Qualora venga isolata una Pseudomonas aeruginosa, ritenuta la causa di infezioni secondarie, il Working Group raccomanda di fare accurati lavaggi in anestesia generale per rimuovere secrezioni localizzate ed utilizzare come monoterapia dei fluorochinoloni.

Le linee guida prevedono inoltre che il trattamento venga scelto SOLO sulla base di colture e tests di sensibilità e che venga interpellato uno specialista di medicina interna con esperienza in malattie infettive.
NON ESISTE alcuna evidenza che supporti la reale utilità di un trattamento topico in questi pazienti.

CIRDC

Sindromi canine i cui segni clinici includono:

  • acuta insorgenza di tosse con o senza starnuti;
  • scoli nasali/oculari presenti o meno a seconda dell’agente infettante;
  • ipertermia non comune

Generalmente su base virale; i virus implicati sono adenovirus 2, cimurro, coronavirus canino respiratorio, virus influenzale, herpes virus, pneumovirus canino e virus della parainfluenza, mentre i batteri che possono essere coinvolti sono Bordetella b., S.equi e Mycoplasmi.

Diagnosi

  • esami citologici dello scolo nasale poco utili;
  • colture batteriche ed antibiogrammi ed esami in PCR non significativi: la loro positività può essere riscontrabile anche in soggetti sani/vaccinati.

Trattamento

  • spesso su base virale, non indicata la terapia antibiotica!
  • in molti pazienti risoluzione spontanea in 10 gg
  • il Gruppo di studio raccomanda l’uso di antibiotico SOLO per quei pazienti in cui nei 10 giorni di osservazione compaiano febbre, letargia od inappetenza associati a scolo mucopurulento. In questi casi è consigliato l’uso empirico di DOXICICLINA per 7-10 gg (anche in questi soggetti la durata ottimale del trattamento non è nota) o di Amoxicillina+Ac.Clavulanico come farmaco di seconda scelta.

Monitoraggi di FURTD e CIRDC

Qualora l’antibiotico usato sia inefficace dopo i primi 7-10 giorni, si raccomandano ulteriori e più approfondite procedure diagnostiche. Una terapia antibiotica alternativa dovrà essere presa in considerazione solo se il proprietario rifiuta di procedere con l’iter diagnostico e successivamente ad una rivalutazione del paziente che confermi la presenza di un’infezione senza una evidente causa sottostante!

In una prossima newsletter le linee guida elaborate dal Working Group in relazione a bronchiti, polmoniti e piotorace.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro,

Daniela Prina DVM



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